L’11 settembre si svolgerà a Bruxelles la prima riunione del Gruppo di alto livello dedicato al settore vitivinicolo, un evento fondamentale per la politica agricola dell’Unione europea. Dopo l’annuncio ufficiale della Commissione europea, questo incontro rappresenta un’importante tappa per affrontare le sfide economiche attuali, come l’incertezza dei mercati e l’impatto dei cambiamenti climatici. Con un focus sulla riforma della Politica Agricola Comune , i vari attori del settore si riuniranno per formulare raccomandazioni strategiche in vista delle future politiche vitivinicole.
Il Gruppo di alto livello sul vino è composto da rappresentanti della Commissione europea, in particolare della Direzione generale agricoltura, e stabilisce un dialogo con i ministeri dell’Agricoltura di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. All’incontro parteciperanno anche stakeholder chiave del settore vitivinicolo, tra cui Copa-Cogeca, Ceev e Cevi, che rappresentano agricoltori, cooperative e aziende vinicole europee. L’obiettivo principale di questo gruppo è quello di creare un forum utile per discutere le problematiche attuali e proporre soluzioni concrete per migliorare la competitività del settore.
La Commissione prevede almeno tre incontri da settembre a dicembre 2024, con l’intento di arrivare nel 2025 a raccomandazioni concrete da presentare al nuovo esecutivo della Commissione per la revisione delle politiche agricole. Questo processo di revisione è cruciale, considerando che il settore vitivinicolo è un elemento chiave per l’economia rurale e agricola europea, ma attualmente si trova ad affrontare sfide complesse.
Il Parlamento europeo avrà un ruolo di auditore all’interno del Gruppo, garantendo così una maggiore trasparenza e coinvolgimento della politica nella discussione sulle future direzioni delle politiche vitivinicole. Questa interazione tra istituzioni europee e stakeholder del settore è fondamentale per garantire che le politiche siano orientate alle reali necessità del mercato e alla sostenibilità economica del settore vitivinicolo.
Il contesto globale attuale presenta molteplici sfide. Il mercato vitivinicolo ha risentito delle conseguenze della pandemia da covid-19, evidenziando una crescente incertezza nelle esportazioni e dei cambiamenti nelle dinamiche di consumo. Le conseguenze a lungo termine della pandemia, compresi gli aiuti straordinari concessi dalla Commissione europea, continuano a influenzare un settore già complicato.
Inoltre, i cambiamenti climatici hanno portato a vendemmie imprevedibili, danneggiando le coltivazioni e aumentando i costi per i produttori. Un aspetto spinoso sul tavolo delle discussioni riguarda anche la questione della sovrapproduzione, che ha messo in difficoltà molti produttori in Francia e Italia.
Con il consumo di vino ai minimi storici degli ultimi trent’anni, si osserva una contestuale sostituzione dei vini rossi tradizionali con prodotti più freschi e leggeri. Questo cambio nelle abitudini dei consumatori, unito a fattori geopolitici come la guerra in Ucraina, ha portato a pattern di importazione irregolari e a una flessione della domanda nei mercati di destinazione storici per i vini europei.
Tutti questi fattori si riflettono su un settore in continue trasformazioni e saranno al centro del dibattito del Gruppo di alto livello durante il meeting di settembre, dove si cercheranno soluzioni per affrontare queste sfide e rilanciare il mercato.
Il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la competitività del settore vitivinicolo. Secondo Frescobaldi, il Gruppo deve tutelare gli interessi di chi desidera rimanere attivo nel mercato, piuttosto che avviare piani di abbandono delle coltivazioni. A tal fine, è necessario garantire un adeguato accesso a strumenti e risorse per supportare produttori e aziende.
Un’altra preoccupazione riguarda la gestione dei fondi strategici: è fondamentale evitare che vengano distolti per finanziare piani di abbandono delle vigne, a discapito della competitività. In questo contesto, è possibile proporre misure di promozione efficaci e un’armonizzazione delle normative riguardanti la sostenibilità, affinché il settore possa innovare e adattarsi alle nuove richieste del mercato.
Il comparto vitivinicolo europeo è un’importante forza economica, generando circa 3 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti, principalmente nelle zone rurali, e contribuendo con 130 miliardi di euro al Pil dell’Unione. Con la sua leadership mondiale nella produzione e nel consumo, l’Europa deve affrontare questa fase di transizione con determinazione e visione strategica, per garantire un futuro prospero per il settore. Le discussioni che avverranno l’11 settembre sono solo l’inizio di un percorso che mira a posizionare il vino europeo in modo competitivo nel contesto globale.
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