La Regione Toscana ha recentemente adottato un’ordinanza firmata dal presidente Eugenio Giani, finalizzata a introdurre misure di prevenzione, controllo ed eradicazione della peste suina africana . Questa iniziativa giunge dopo i focolai di contagio presenti nel comune di Zeri, situato in provincia di Massa Carrara, al confine con la Liguria, già designato come zona di massima allerta. L’ordinanza ha come obiettivo quello di allineare le misure locali a quelle nazionali stabilite dal Commissario straordinario per la PSA.
Nel mese di luglio, il comune di Zeri ha visto l’emergere di focolai di peste suina africana, costringendo la Regione a dichiarare un’azione urgente per proteggere il patrimonio zootecnico toscano. L’ordinanza si inserisce in un contesto di allerta per l’intero territorio, che ora è classificato come zona di restrizione 2. Attraverso questa ordinanza, la Regione intende non solo snellire le procedure burocratiche esistenti, ma anche rafforzare il coordinamento tra diversi attori del settore, il che è cruciale per la salvaguardia delle produzioni zootecniche.
Eugenio Giani ha sottolineato l’importanza di questo atto urgente, che riflette una strategia volta a garantire la qualità delle produzioni toscane. “La filiera zootecnica rappresenta un elemento chiave per l’economia locale e, pertanto, mantenere elevati standard di controllo è essenziale per continuare a esportare prodotti di alta qualità nel mondo.”
L’ordinanza stabilisce anche un’importante allocazione di risorse finanziarie: 360mila euro verranno messi a disposizione per le zone di restrizione, gestiti dall’Azienda Usl Toscana Nord Ovest. Di questi, 300mila euro saranno utilizzati per attuare interventi di contrasto alla malattia, mentre i rimanenti 60mila euro saranno attribuiti ai Comuni per la creazione di punti di stoccaggio delle carcasse, un aspetto essenziale per la gestione della situazione.
L’accelerazione delle operazioni di depopolamento dei cinghiali e il potenziamento delle misure di contenimento della PSA sono presupposti fondamentali per la salute degli allevamenti suini e per la stabilità economica delle zone rurali. “La collaborazione tra Regione, Asl e amministrazioni comunali resta un elemento cruciale per il successo delle azioni intraprese.”
In risposta al ravvivarsi della PSA, la Regione Toscana aveva già attivato un sistema di sorveglianza e controllo nelle aree colpite. Le procedure di monitoraggio sono state potenziate grazie alla sinergia con il Comune di Zeri e con l’assistenza dei cacciatori locali, che operano nell’ambito della gestione faunistica. Questo tipo di collaborazione si è rivelato cruciale nel contenere la diffusione del virus e nel limitare l’impatto economico che ne deriverebbe per il settore zootecnico.
Le misure di prevenzione includono controlli periodici e il monitoraggio della popolazione di cinghiali, noti portatori del virus. La necessità di intervenire tempestivamente è indiscutibile, poiché la peste suina africana rappresenta una seria minaccia non solo per la fauna selvatica ma anche per la sanità pubblica e la salute degli allevamenti. “La strategia regionale punta quindi a una sorveglianza attiva e a un approccio integrato che coinvolga tutti i soggetti interessati.”
La Regione Toscana si impegna a garantire la sostenibilità delle sue produzioni zootecniche anche in un contesto di emergenza come quello attuale. La qualità dei prodotti toscani è rinomata e fa parte dell’identità gastronomica del territorio, perciò è fondamentale proteggere questi standard da minacce esterne. Attraverso l’adozione di misure incisive e coordinate, la Toscana non solo mira a eradicare la peste suina africana, ma si propone anche di rinforzare le filiere produttive e tutelare i posti di lavoro nelle aree rurali. “L’azione congiunta tra enti pubblici, allevatori e comunità locali rappresenta una strategia chiave per affrontare questa sfida in modo efficace.”
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