Un ritrovamento straordinario ha recentemente catturato l’attenzione degli amanti del vino e della storia: un centinaio di bottiglie di Champagne è stato scoperto in fondo al mar Baltico all’interno di un relitto risalente al XIX secolo. Mentre l’invecchiamento subacqueo continua a destare curiosità, questo caso ha portato alla luce non solo l’affascinante storia del tesoro sommerso, ma anche ipotesi sul possibile destinatario di queste pregiate bottiglie.
Il relitto, rinvenuto sottomarino a circa 20 miglia nautiche a sud dell’isola svedese di Öland, è stato oggetto di esplorazione da parte di un gruppo di subacquei guidati da Tomasz Stachura. La nave, che risale al XIX secolo, potrebbe essere identificata come la barca a vela destinata a trasportare merci per lo zar Alessandro II di Russia, imperatore dal 1855 fino alla sua assassinio nel 1881.
Oltre alle cento bottiglie di Champagne, gli esploratori hanno rinvenuto anche altri oggetti di valore, tra cui porcellane e bottiglie d’acqua minerale Selters in argilla. Stachura ha descritto la scoperta come un “tesoro”, sottolineando l’importanza di preservare e valutare nel modo giusto il significato storico degli oggetti recuperati.
Le ipotesi riguardanti il legame tra lo Champagne recuperato e lo zar Alessandro II sono affascinanti. Secondo le testimonianze, il produttore della leggendaria etichetta di Champagne, Louis Roederer, in quel periodo riceveva ordini dalla corte imperiale russa. Infatti, la maison ha confermato che, a partire dal 1876, avrebbe iniziato a produrre Champagne su misura per lo zar.
Questa scoperta non solo arricchisce la conoscenza della storia marittima, ma solleva interrogativi sul destino delle bottiglie e sul perché si trovino proprio in quel punto del mar Baltico. La figura dello zar, noto per le sue ambizioni e le sue scelte politiche, circonda queste bottiglie di Champagne di un alone di mistero e fascino.
Il ritrovamento delle bottiglie non sarà immediatamente seguito da un’operazione di recupero. Gli esploratori intendono presentare la loro scoperta durante la conferenza Baltictech 2024, che si svolgerà a novembre in Polonia. Sarà in questo contesto che verrà discussa l’importanza del ritrovamento e saranno analizzate le eventuali manovre per il futuro recupero.
Stachura ha chiarito che non c’è fretta di procedere con il recupero: “È rimasto lì per 170 anni, quindi lasciamolo lì per un altro anno e avremo tempo per prepararci meglio per l’operazione.” Questa pazienza potrebbe essere d’aiuto per attuare un piano più accurato e sicuro per il recupero degli oggetti, garantendo così che siano preservati in modo appropriato.
L’attenzione all’operazione di recupero metterà in evidenza la valorizzazione del patrimonio storico e culturale. Le autorità locali saranno coinvolte per valutare le best practices per l’estrazione e la conservazione delle bottiglie di Champagne e degli altri oggetti rinvenuti. Questo caso rappresenta un’opportunità unica per esplorare la complessità della storia marittima e vinicola europea, con il mar Baltico che si conferma come custode di innumerevoli segreti e tesori.
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