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Ustica: un’isola tra tradizione vinicola e l’eco della storia

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Stefano Rossi

Con i suoi otto chilometri quadrati, Ustica è un’isola ricca di storia e tradizione. Conosciuta per il tragico incidente aereo avvenuto nel 1980, offre oggi un panorama di bellezze naturalistiche e produzioni agricole uniche, come i celebri vini e le lenticchie di Ustica.

Caratteristiche geografiche di Ustica

Un’isola a profilo montuoso

Ustica si presenta con coste frastagliate e un interno montuoso che rimanda a una storia di origine vulcanica. Situata a 36 miglia a nord di Palermo, questa isola è la vetta di una montagna sommersa, immersa nel Mar Tirreno meridionale. La sua natura incontaminata, caratterizzata da un ecosistema ricco e variegato, ha reso l’isola un luogo di grande interesse non solo per i turisti, ma anche per chi desidera immergersi nella cultura locale e nelle pratiche agricole tradizionali.

Le peculiarità geografiche, unite alla relativa scarsità di precipitazioni, rappresentano un elemento cruciale per l’agricoltura e la viticoltura dell’isola. Qui, la terra è coltivata da generazioni e la dedizione degli agricoltori usticesi ha dato vita a prodotti di qualità che riflettono il terroir unico del luogo.

La viticoltura di Ustica

Dalla tradizione alla modernizzazione

Nel cuore dell’isola, la cantina Hibiscus, fondata negli anni Settanta dalla famiglia Longo, rappresenta un esempio di come si possa coniugare tradizione e innovazione. Margherita Longo e suo marito Vito Barbera hanno deciso di riportare avanti l’attività di famiglia, rendendola al passo con le tecniche enologiche moderne. I vigneti si affacciano letteralmente sul mare, una scelta che porta con sé opportunità e sfide.

La vicinanza al mare crea infatti problemi di esposizione alla salsedine e a venti forti, che possono danneggiare le viti, costringendo i viticoltori a trovare soluzioni pratiche per preservare la qualità delle uve. L’importanza della manodopera è ulteriormente accentuata dalla frammentazione dei terreni: i 20 appezzamenti di Ustica rendono il lavoro sul campo una sfida complessa.

L’adattamento alle sfide ambientali

Le condizioni climatiche dell’isola pongono ulteriori limitazioni: l’isolamento rende difficile l’accesso a beni di prima necessità, incluse le attrezzature agricole. Inoltre, la scarsità d’acqua, accentuata dalla mancanza di piogge, ha reso ancor più urgente l’adattamento delle pratiche agricole. Tuttavia, i vitigni autoctoni si sono dimostrati resilienti, offrendo una produzione che si distingue per qualità e unicità.

La produzione delle lenticchie di Ustica

Un tesoro agricolo in pericolo

Accanto ai vigneti, la cantina Hibiscus si dedica anche alla coltivazione delle lenticchie di Ustica, un prodotto a rischio di estinzione. Queste lenticchie sono apprezzate per le loro caratteristiche peculiari e la loro difficoltà di coltivazione. Riconosciute come Presidio SlowFood, le lenticchie di Ustica necessitano di un trattamento meticoloso e spesso richiedono un intervento manuale per molte delle operazioni.

Gli agricoltori dell’isola devono affrontare sfide significative: la pressione degli animali selvatici, come conigli e colombacci, minaccia di compromettere la produzione. Questo rende le lenticchie non solo un prodotto raro, ma anche simbolo di perseveranza per gli agricoltori di Ustica.

Vini di Ustica: tradizione e innovazione

Vitigni tipici e creazioni artistiche

La viticoltura di Ustica si distingue per la varietà di vini che raccontano la storia e il territorio. Tra i principali vitigni autoctoni troviamo l’INSOLIA, il CATARRATTO e il GRILLO, a cui si aggiunge lo zibibbo, una varietà superata dalle tradizioni di altre aree siciliane. La coltivazione di zibibbo a Ustica è limitata, ma i vini prodotti da questi vitigni raccontano con eloquenza il legame con il mare e il terroir.

I vini premiati di Ustica

Nella guida Vini d’Italia 2022, il vino dolce Zhabib Passito ’23 si è distinto per la sua complessità, con aromi che richiamano lavanda e albicocca. Altro vino d’eccellenza è il Grotta dell’Oro Zibibbo ’22, apprezzato per la sua aromaticità delicata e la freschezza al palato. Infine, L’Isola Bianco ’22, un blend di uve locali, offre una fusione di note fruttate e minerali che riflettono l’identità vitivinicola dell’isola.

Ustica non è solo una destinazione turistica, ma un luogo in cui storia, cultura agricola e territorio si intrecciano per offrire al mondo vini e prodotti unici. La resistenza degli agricoltori e l’innovazione si sposano per garantire una continuità di tradizione che rappresenta un patrimonio da salvaguardare.

Stefano Rossi

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