Il mondo del vino piemontese si prepara a celebrare una vendemmia ricca e promettente per l’Asti Docg. Le proiezioni iniziali indicano un incremento del 12% nella raccolta delle uve, garantendo una base solida per il futuro della denominazione. A questo si aggiunge un primo semestre del 2024 in equilibrio per quanto riguarda i volumi imbottigliati, il che evidenzia un mercato in ripresa. Mentre l’Asti Spumante mostra segni di stasi, il Moscato d’Asti si afferma con una performance positiva nel mercato internazionale, dimostrando la vitalità di un settore in costante evoluzione.
Nel primo semestre del 2024, i produttori dell’Asti Docg hanno registrato volumi imbottigliati invariati rispetto all’anno precedente, attestandosi attorno ai 43,5 milioni di pezzi. Questi numeri si suddividono in 26,7 milioni per l’Asti Spumante, che ha subito una lieve flessione del 6%, e 16,8 milioni per il Moscato d’Asti, che ha visto un incremento significativo del 12%. Questo ripristino del Moscato d’Asti è particolarmente importante dopo un anno difficile nel 2023.
Analizzando le vendite, tra gennaio e giugno, il campione di aziende associate, che rappresenta circa l’80% della produzione, ha commercializzato 34,1 milioni di bottiglie, segnando un lieve aumento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È interessante notare che, all’interno di questi dati, l’Asti Spumante ha chiuso il semestre con 22,1 milioni di bottiglie vendute, registrando una diminuzione del 3,3%, mentre il Moscato d’Asti ha ottenuto risultati eccellenti con 11,9 milioni di bottiglie, corrispondente a un incremento del 7,8%.
Le cifre del primo semestre offrono uno spaccato interessante del mercato del vino italiano. Il presidente del Consorzio dell’Asti Docg, Stefano Ricagno, ha sottolineato come il settore stia mostrando una resilienza notevole, particolarmente nelle piazze emergenti. Tuttavia, le preoccupazioni circa la concorrenza, specialmente in mercati più difficili come quello dell’Asti Spumante, rimangono presenti e necessitano attenzione strategica da parte dei produttori.
Il Moscato d’Asti ha trovato un terreno fertile nella regione asiatica, dove ora costituisce oltre il 15% delle esportazioni totali di questa tipologia di vino, un dato notevole rispetto alla modestissima presenza apportata dall’Italia. Questo trend positivo si riflette in un netto incremento delle vendite in paesi come la Cina e la Corea del Sud, con percentuali di crescita rispettivamente del 14% e 28%, il che testimonia un interesse crescente verso il vino dolce astigiano.
In effetti, il mercato russo sta vivendo una fase di crescita, rappresentando il 46% delle vendite per l’Asti Spumante, una percentuale significativamente superiore alla media nazionale. Qui, infatti, sono state vendute 10,1 milioni di bottiglie, superando per la prima volta l’Europa occidentale. Il fascino di questi mercati emergenti ha spinto i produttori a diversificare le loro strategie di vendita e marketing.
Nonostante il boom nei mercati emergenti, l’Europa occidentale ha mostrato segni di flessione, con una media di vendite in calo del 8,5%, alimentata principalmente da contrazioni significative in Germania e Italia. Questi sviluppi richiedono una riflessione attenta sui metodi di promozione e distribuzione utilizzati dai produttori per mantenere competitività in un contesto globalizzato.
Le previsioni meteorologiche e agrarie per la vendemmia 2024 parlano di un’annata particolarmente favorevole, con volumi stimati a sfiorare il milione di quintali, grazie a condizioni climatiche favorevoli e a piogge superiori rispetto all’anno precedente. Il consulente per il laboratorio dell’ente di tutela, Guido Bezzo, ha dichiarato che le uve sono in “buono stato fitosanitario”, il che fa ben sperare per la qualità dei vini futuri.
La resa per ettaro si riavvicina ai 100 quintali, un dato confortante che potrebbe tradursi in un’offerta abbondante sul mercato. Inoltre, gli indicatori per la qualità del Moscato 2024 si presentano promettenti, evidenziando un corretto equilibrio tra residuo zuccherino e acidità.
Il vice presidente senior del Consorzio, Lorenzo Barbero, ha descritto l’annata come “più che soddisfacente”, sottolineando l’importanza di questi dati per affrontare mercati sempre più competitivi. Con questo spirito di ottimismo, la comunità dei produttori dell’Asti Docg si prepara a una stagione di venditti che potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro di questa storica denominazione.
Le prospettive per l’Asti Docg si delineano rosee, con un mercato internazionale più aperto e una base di produzione in crescita. Tuttavia, resta fondamentale monitorare le dinamiche interne ed esterne per continuare a posizionarsi efficacemente nel panorama vinicolo globale.
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