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Vendemmia 2024: il cambiamento climatico anticipa la raccolta in Italia, da Sicilia a Emilia Romagna

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Francesca La Rocca

La vendemmia 2024 sta già prendendo forma in diverse regioni italiane, caratterizzata da un inizio precoce e da una serie di sfide legate al cambiamento climatico e allo stress idrico. Le temperature elevate e la siccità stanno modificando le tradizionali tempistiche della raccolta, ma le prospettive per un raccolto di qualità si dimostrano incoraggianti. Scopriamo i dettagli di questo inizio di vendemmia in alcune delle aree più rappresentative del Paese.

La situazione in Sicilia

In Sicilia, la vendemmia 2024 si presenta come una delle più anticipate degli ultimi anni. I produttori iniziano a raccogliere i grappoli con un anticipo che arriva fino a dodici giorni rispetto alle medie storiche. Le varietà precoci, in particolare, stanno rispondendo bene, e le stime parlano di un incremento della produzione intorno al 10%. Tuttavia, la stagione non è priva di difficoltà. L’assenza di piogge ha messo a dura prova le risorse idriche, costringendo i viticoltori a ricorrere a irrigazioni di soccorso per preservare la qualità delle uve.

Un aspetto interessante riguarda l’utilizzo di nuove tecnologie per affrontare lo stress idrico. Alcuni produttori siciliani stanno sperimentando sensori per monitorare il livello di umidità nel suolo, ottimizzando l’uso dell’acqua. Questi sistemi avanzati non solo migliorano l’efficienza irrigua, ma aiutano anche a mantenere l’equilibrio idrico delle viti, un fattore cruciale per garantire un’ottima qualità del prodotto finale.

Nonostante le difficoltà attuali, le prospettive sembrano positive. La qualità delle uve rimane elevata, e i viticoltori confidano in un ciclo produttivo che possa soddisfare tanto le esigenze del mercato locale quanto quello internazionale. La vendemmia sull’isola si protrarrà fino a fine ottobre, culminando con la raccolta dei vini dell’Etna, noti per la loro unicità e il prestigio che portano nel panorama enologico nazionale.

Le previsioni in Emilia Romagna

In Emilia Romagna, la vendemmia è programmata per iniziare l’otto agosto, con una netta anticipazione rispetto agli anni passati. Le prime varietà a essere raccolte saranno quelle a bacca bianca, destinate alla spumantizzazione. Gli esperti segnalano una condizione favorevole delle uve nonostante i recenti temporali, che non hanno arrecato danni significativi alle vigne. Ci sono aspettative di un buon raccolto, sia in termini di quantità che di qualità.

Il presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia Romagna, Renzo Pellicciari, ha espresso un cauto ottimismo riguardo alla vendemmia del Lambrusco, segnalando che questa varietà, che ha sofferto nei due anni precedenti, potrebbe rientrare nei parametri produttivi a cui il settore è abituato. È previsto un incremento di circa il 20% per il Pignoletto, variegato in tutto il territorio emiliano.

Tuttavia, il clima sarà un fattore determinante per l’ottimizzazione della vendemmia. Temperature costanti al di sopra dei 36 gradi potrebbero influenzare negativamente il processo di maturazione delle uve, richiedendo ai vignaioli di adattare continuamente le loro strategie di raccolta. La combinazione di temperature elevate e la gestione accorta delle risorse idriche sarà essenziale per garantire che la qualità delle uve rimanga alta.

Le prospettive per il sud Italia

Guardando al sud Italia, Puglia e Sicilia stanno vivendo insolite tempistiche di vendemmia. In particolare, in Puglia, le varietà di uva precoci come Chardonnay e Pinot Grigio sono state raccolte già negli ultimi giorni di luglio, mentre la raccolta per le altre varietà è in corso in queste settimane. Le condizioni climatiche, anche se critiche, hanno consentito di mantenere un buon standard qualitativo.

Il calore intenso ha comunque lasciato il segno, con alcuni grappoli che hanno subito ustioni, richiamando l’attenzione sulla necessità di pratiche viticole sempre più sostenibili. I viticoltori pugliesi stanno affrontando questa sfida con innovazione e determinazione, anche grazie all’introduzione di tecnologie per monitorare e gestire la salute delle piante.

In Sicilia, come già accennato, la vendemmia si avvia a chiudere le proprie operazioni a ottobre, con i produttori dell’Etna che sono in attesa di risultati promettenti. La sinergia tra tradizione e innovazione è fondamentale in questo periodo di cambiamento, e sarà interessante osservare come i produttori italiani risponderanno a queste sfide, cercando di mantenere viva la qualità che contraddistingue il patrimonio vitivinicolo del Paese.

Francesca La Rocca

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