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Vendemmia 2024 in Oltrepò Pavese: primo raccolto e cali significativi delle uve

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Marco Gerini

La vendemmia è finalmente iniziata in Oltrepò Pavese, la principale area vitata della Lombardia e la terza in Italia, con oltre 12 mila ettari dedicati ai vigneti. Le previsioni però non sono ottimistiche: si stima un calo del 30% nella produzione di uve, rispetto alla media degli anni precedenti. Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia, ha evidenziato le cause di questa riduzione, che risultano dalla combinazione di maltempo e fattori ambientali.

Le cause del calo nella produzione d’uva

Impatti climatici sulla vendemmia

L’annata viticola di quest’anno è stata segnata da condizioni meteorologiche avverse, con un eccesso di precipitazioni, nubifragi e piogge persistenti che hanno caratterizzato il periodo primaverile e l’inizio dell’estate. A queste avverse condizioni si sono aggiunti eventi di grandinate occasionali, che hanno contribuito a compromettere ulteriormente la produzione. L’analisi condotta da Coldiretti Pavia ha messo in luce come queste circostanze climatiche abbiano portato a un incremento di malattie fungine nei vigneti, costringendo gli agricoltori a pratiche di gestione straordinaria.

La situazione si è tradotta in un aumento dei costi di produzione per le aziende agricole, che si sono trovate a dover fronteggiare non solo il calo quantitativo, ma anche un incremento delle spese nella cura delle viti e nel contrasto ai parassiti. Un quadro complesso, che deve essere monitorato attentamente nei prossimi mesi.

Effetti sul mercato e sull’economia locale

Questo scenario sfavorevole impatta non solo la viticoltura locale, ma anche l’economia della regione, dato che una parte significativa delle entrate regionali dipende dalla qualità e dalla quantità del vino prodotto. Le esportazioni sono state una nota positiva, con un valore che ha toccato i 327 milioni di euro nel 2023, indicando un crescente apprezzamento per i vini lombardi.

Tuttavia, il calo della produzione potrebbe influenzare negativamente le vendite, creando un disequilibrio tra domanda e offerta nel mercato. Gli esperti mettono in guardia contro il rischio di un aumento dei prezzi, che potrebbe rendere il vino regionale meno competitivo sui mercati internazionali. La salute economica delle aziende viticole lombarde risulta, quindi, minacciata da una serie di fattori interconnessi, che richiedono un’attenzione particolare per reperire soluzioni adeguate.

Vendemmia e prime varietà raccolte

L’inizio della raccolta in Oltrepò Pavese

La vendemmia 2024 è scattata questa mattina presso l’azienda agricola De Filippi Cantine I Gessi, situata a Oliva Gessi, dove sono stati raccolti i primi grappoli di Pinot Nero e Chardonnay. Nonostante le aspettative di un’annata caratterizzata da un ridotto volume di uve, il presidente di Coldiretti Pavia ha espresso ottimismo circa la qualità prevista per i vini, specialmente per le varietà bianche e per le basi spumante.

Questa valutazione positiva è fondamentale per il settore, che deve fronteggiare le difficoltà causate dalle condizioni climatiche. È tuttavia essenziale attendere l’evoluzione della raccolta nei mesi di agosto e settembre, quando inizieranno a essere raccolti anche i vini rossi. Nel frattempo, si auspica che la qualità del raccolto possa compensare, almeno in parte, la diminuzione quantitativa.

La qualità sopra la quantità

La qualità delle uve è sempre stata un fattore cruciale per il riconoscimento dei vini lombardi sui mercati nazionali e internazionali. Con l’approccio giusto nella cura delle vigne, gli agricoltori possono ottimizzare i risultati di qualità, fondamentali per mantenere la reputazione dei vini della regione.

Con oltre 20.000 ettari vitati in Lombardia, dove il 90% della produzione si concentra su vini di qualità supportati da 5 Docg, 21 Doc e 15 IGT, l’Oltrepò Pavese ha un potenziale enorme. Esportazioni in crescita rappresentano un segnale incoraggiante, ma il settore si trova oggi a dover affrontare sfide significative, non ultime le politiche europee relative alla commercializzazione del vino.

Preoccupazioni future e politiche europee

Rischi associati alle politiche UE

Non solo il maltempo preoccupa gli agricoltori, ma anche alcune politiche europee emergenti. In particolare, Coldiretti ha sollevato preoccupazioni riguardo alla normativa che prevede l’uso di etichette allarmistiche in Irlanda, che potrebbe influenzare negativamente la percezione del vino come prodotto sano e tradizionale della dieta mediterranea.

La Commissione europea sta spingendo per una serie di regolamentazioni che rischiano di distorcere il commercio e i mercati. Tali normative potrebbero rappresentare un attacco a un settore che vanta diecimila anni di storia e tradizione, minando non solo le vendite ma anche la reputazione di prodotti di alta qualità come quelli della Lombardia.

L’importanza della salvaguardia del vino come patrimonio culturale

Il vino è parte integrante della cultura e dell’economia in Oltrepò Pavese e in tutta Italia, rappresentando non solo un prodotto commerciale, ma anche un simbolo di patrimonio culturale. Le istituzioni devono quindi lavorare per proteggere questo settore da leggi che non ne considerano l’importanza storica e culturale.

Di fronte a numerosi fattori di rischio, compresi quelli legati al cambiamento climatico e alle politiche regolatorie, l’industria vinicola deve trovare un modo per preservare la sua ricca eredità e continuare a produrre vini di qualità, garantendo al contempo il sostentamento delle comunità locali.

Marco Gerini

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