La vendemmia 2024 in Basilicata ha preso il via in anticipo rispetto agli anni passati, con l’inizio della raccolta già il 10 agosto, a beneficio di varietà a bacca bianca come il Moscato. Un evento straordinario che testimonia i cambiamenti climatici che influiscono sull’attività vitivinicola, portando a una stagione di vendemmia caratterizzata da una situazione mista tra qualità e quantità delle uve.
Il 2024 ha segnato un significativo cambiamento nel calendario della vendemmia in Basilicata, con la Cantina di Venosa che ha avviato la raccolta del Moscato, stabilendo un nuovo record rispetto agli ultimi anni. Fattori climatici hanno giocato un ruolo cruciale in questa anticipazione: l’inverno particolarmente mite, una primavera calda e scarsa di precipitazioni, insieme a un’estate torrida hanno influenzato il ciclo vitale della vite. Secondo Donato Gentile, enologo della Cantina di Venosa, “il germogliamento delle piante è avvenuto circa dieci giorni prima del solito.” Questo ha causato una raccolta anticipata per le uve bianche, mentre per le varietà a bacca rossa, come l’Aglianico, il periodo di raccolta è fissato per la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Negli ultimi anni, l’anticipo della vendemmia è diventato una pratica più comune a causa dell’innalzamento delle temperature, ma nel 2024 si è verificato in modo sempre più accentuato a livello nazionale.
La fase di raccolta ha già riscosso un ampio consenso tra i viticoltori, che si preparano a un’annata promettente. L’anticipo della vendemmia non è solamente una questione di tempistiche ma coinvolge anche strategie e pratiche colturali differenti nel simile contesto climatico. Le linee guida per la gestione delle vigne stanno evolvendo e si prevede una riflessione profonda sugli applicativi preventivi: agricoltori e enologi dovranno sviluppare nuove tecniche e approcci per “ottimizzare la qualità delle uve e affrontare le variazioni stagionali.”
Nonostante il positivo avvio della vendemmia, la mancanza di piogge ha generato effetti variabili a seconda delle aree della Basilicata. Le abissali condizioni di siccità hanno avuto un impatto visibile sulla qualità delle uve bianche. A detta di Gentile, l’assenza di precipitazioni ha accresciuto la salute delle uve bianche, risultando particolarmente robuste e immuni da malattie. Nelle zone più inclini alla viticoltura, l’assenza di patologie della vite ha comportato meno trattamenti necessari in vigna, risultato che ha agevolato la produzione di uve di qualità superiore.
Nel cuore della Basilicata, il Vulture si presenta come una delle zone più promettenti per la raccolta di uve nel 2024. I viticoltori si aspettano un incremento significativo rispetto allo scorso anno, attestabile attorno al 20% rispetto ai volumi del 2022. Francesco Perillo, presidente dell’Ente di Tutela dell’Aglianico DOCG, riporta una situazione di ottimismo, con l’assenza di focolai di peronospora e oidio. Questi aspetti favorevoli pongono questa annata in un contesto di grande potenzialità per il mercato dell’uva lucana.
La Basilicata è caratterizzata da un’ampia varietà di condizioni pedoclimatiche, che influenzano drasticamente le risposte alla siccità. Elena Fucci, viticoltrice di lunga data, evidenzia l’importanza del suolo vulcanico in cui opera, che dimostra una migliore capacità di ritenzione idrica e drenaggio. “Il terreno aiuta a limitare gli effetti negativi della scarsità d’acqua,” afferma Fucci. Inoltre, nella sua azienda, 30 millimetri di pioggia registrati negli ultimi dieci giorni, uniti a buone escursioni termiche, contribuiscono a una maturazione equilibrata delle uve.
Con l’arrivo di ottobre, Fucci prevede di iniziare la raccolta per i rosati e i rossi, indicando un periodo di vendemmia effettivamente ricco. La qualità delle uve, che ha formato a lungo la base per il noto Aglianico del Vulture, è destinata a migliorare, il che rappresenta un buon sviluppo per la regione. I viticoltori sperano che la vendemmia 2024 possa invertire le tendenze degli anni precedenti e portare a volumi produttivi più consistenti.
Il momento è propenso per una riflessione sulle future strategie di lavorazione in risposta al mutare del clima, mentre gli enologi della Basilicata guardano con ottimismo a un raccolto che si preannuncia di elevata qualità, riflettendo le sfide e le opportunità dell’ambiente locale.
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