L’Abruzzo si sta affermando come una regione leader nella produzione vinicola, cercando di distaccarsi da pratiche tradizionali che puntano unicamente sulla quantità. Il “Modello Abruzzo” si prefigge l’obiettivo di valorizzare la produzione vitivinicola locale, attraverso un impegno costante nel mantenere alti standard qualitativi e nel promuovere vini che riflettano l’identità territoriale. Con una superficie vitata di oltre 33.000 ettari e una varietà di clima e suoli, l’Abruzzo sta lavorando per portare la sua produzione vinicola a un nuovo livello di eccellenza.
Le sottozone dei vini abruzzesi: nuova identità in etichetta
L’importanza delle sottozone
La recente implementazione della menzione in etichetta delle sottozone, come Terre di Chieti, Terre de L’Aquila, Colline Pescaresi e Colline Teramane, rappresenta un significativo passo avanti verso la valorizzazione del vino abruzzese. Questa iniziativa, prevista per le tipologie Superiore e Riserva, non solo ha l’obiettivo di certificare la provenienza dei vini, ma di creare un legame più forte tra il prodotto e il territorio, che si traduce in una qualità percepita e riconosciuta dal consumatore. Le etichette che riporteranno queste sottozone serviranno quindi non solo come strumento di marketing, ma anche come garanzia di qualità, assicurando che i vini siano imbottigliati esclusivamente all’interno del rispettivo territorio di produzione.
Un panorama vitivinicolo diversificato
La vasta area vitata dell’Abruzzo si estende dalle fresche pendici dell’Appennino, ai piedi del Gran Sasso e della Majella, fino ad arrivare alla costa adriatica. Questa diversità geoclimatica offre condizioni ideali per la coltivazione di vitigni autoctoni e internazionali, permettendo così di ottenere vini con caratteristiche uniche. È in questo contesto che il “Modello Abruzzo” si propone di sfidare i produttori a puntare su vini che siano espressione autentica del loro territorio, promuovendo la qualità rispetto alla quantità.
Mentre ci si aspetta di vedere i risultati di questa visione nei calici nei prossimi anni, la sfida rimane quella di mantenere un equilibrio tra innovazione e tradizione, affinché l’Abruzzo possa consolidarsi come un protagonista nel panorama vinicolo nazionale e internazionale.
La vendemmia 2023: sfide e opportunità
Impatto della peronospora sul raccolto
L’annata 2023, purtroppo, è segnata da eventi avversi, con la peronospora che ha colpito duramente i vigneti abruzzesi, causando perdite che in alcune aree hanno raggiunto l’80% del raccolto. Questa situazione ha messo in allerta i produttori e ha posto interrogativi sulla qualità dei vini. Durante le degustazioni per la guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso, è emersa un’assenza di smalto e incisività nei vini bianchi assaggiati; una tendenza che preoccupa gli esperti in vista della prossima commercializzazione.
Un’analisi del Montepulciano
In particolare, il Montepulciano d’Abruzzo, uno dei vini simbolo della regione, sta affrontando una fase di transizione. Se molti produttori stanno tentando di rinnovare le loro tecniche di vinificazione, la maggior parte continua a seguire approcci tradizionali caratterizzati da estrazioni e concentrazioni esasperate, e un uso eccessivo del legno. In un’epoca in cui i consumatori cercano vini più leggeri e freschi, il settore sembra non aver ancora compreso pienamente l’importanza di adattarsi a queste nuove preferenze. Tuttavia, emergono anche delle eccezioni, con alcuni vini che hanno già ottenuto riconoscimenti, come i premiati con i Tre Bicchieri 2025, che dimostrano come l’Abruzzo possieda ancora le potenzialità per eccellere.
Con la determinazione di migliorare la qualità e una mano esperta ben salda alla conduzione dei filari, l’Abruzzo si appresta a superare le difficoltà di quest’anno per inserirsi definitivamente nel club delle regioni vinicole più rinomate d’Italia.