L’inizio della stagione venatoria 2024-25 in Italia è caratterizzato da una serie di polemiche e frizioni, in un contesto di crescente allerta per infortuni e morti legati alla caccia. Inoltre, le autorità nazionali stanno affrontando una procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea, riguardo la gestione della caccia nel paese. Questo articolo esplora le dinamiche recenti della caccia in Italia e le conseguenze di una legislazione che sta suscitando preoccupazioni tra esperti e associazioni ambientaliste.
Deregolamentazione della caccia in Italia
Nel corso degli ultimi due anni, l’Italia ha intrapreso un percorso di deregolamentazione della caccia che ha semplificato l’accesso alle pratiche venatorie. Il governo ha implementato norme più permissive che consentono il prelievo di animali in diverse aree, comprese quelle urbane, parchi e riserve naturali. Questa scelta è giustificata dal settore agricolo, in particolare da Coldiretti, che sostiene l’emergenza di danni causati dalla fauna selvatica, come i cinghiali, alle coltivazioni locali.
Questa apertura ha provocato anche un aumento delle controversie legate alla sicurezza. Da un lato, si argomenta che il contenimento della fauna selvatica sia necessario per tutelare le produzioni agricole, dall’altro emergono evidenti preoccupazioni sulle possibili conseguenze di tali pratiche, soprattutto in aree popolate. Gli episodi di incidenti venatori sono aumentati, avviando un acceso dibattito pubblico sulla necessità di una gestione venatoria più sicura e controllata.
Incidenti mortali e infortuni
In concomitanza con l’apertura della nuova stagione di caccia, si sono registrati diversi eventi tragici. Sono già pervenute notizie di morti e infortuni tra i cacciatori, il che ha sollevato serie preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle pratiche venatorie. Un incidente mortale si è verificato il primo settembre: un uomo di 55 anni, mentre partecipava a una battuta di caccia a Caulonia, è stato colpito accidentalmente da un colpo partito dal suo fucile. Un altro caso, avvenuto il giorno seguente, ha visto un 51enne ferito alla gamba da un colpo proveniente dall’arma di un compagno di caccia a Cupello, in provincia di Chieti.
Queste situazioni evidenziano non solo i rischi intrinseci associati alla caccia, ma anche la necessità di una riflessione seria sulla formazione e sull’equipaggiamento richiesto ai cacciatori, nonché sull’importanza di normative più risolute per la prevenzione degli incidenti. Le associazioni animaliste e ambientaliste stanno intensificando le loro campagne di sensibilizzazione, chiedendo interventi normativi che possano mettere in sicurezza sia gli appassionati della caccia sia gli abitanti delle aree colpite da queste attività.
Opposizione e azioni legali del WWF
Parallelamente ai recenti sviluppi, il WWF ha intrapreso azioni legali contro i calendari venatori adottati in diverse regioni italiane, tra cui Marche, Emilia-Romagna, Lombardia, Calabria, Basilicata, Umbria, Campania e Veneto. Il Tar ha già accolto il ricorso in favore di quattro di queste regioni, rispondendo a una preoccupazione crescente riguardo la tutela delle specie vulnerabili. In particolare, il WWF ha evidenziato che la caccia a specie come la tortora selvatica, che sta subendo un drastico declino, dovrebbe essere sospesa per salvaguardarne la popolazione.
La Commissione Europea e il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica hanno già indicato l’urgenza di limitare la caccia a talune specie, come alcune varietà di anatre, oggetto di moratoria per tutelarle da una pressione venatoria eccessiva. Tuttavia, molte regioni continuano a includere queste specie nelle liste cacciabili, ostacolando gli sforzi di conservazione. Il WWF ha quindi prodotto prove e argomentazioni solide in favore di una gestione venatoria più responsabile e attenta all’equilibrio ecologico, richiedendo un allineamento delle pratiche locali con le direttive europee e nazionali.
Con la stagione venatoria che è appena iniziata, è essenziale che le autorità competenti agiscano per garantire un approccio sostenibile e sicuro alla gestione della fauna selvatica, dopo le controversie e le difficoltà che hanno caratterizzato questo inizio.