La chef Dalia Rivolta, nota per la sua partecipazione a Masterchef Italia 11, presenta un percorso culinario unico e autentico che integra la cucina con storie di vita quotidiana. Originaria di Torino, Dalia ha trasformato la sua passione per la cucina in un progetto che non si limita ai fornelli, ma si diffonde tra le strade della sua città e abbraccia anche temi di etica e impegno sociale.
L’incontro con il pubblico attraverso il cibo
Il format di cucina itinerante
Dalia Rivolta ha saputo conquistare il cuore del pubblico durante Masterchef, ma la sua vera trasformazione è avvenuta dopo il programma. Abbandonando la ricerca di fama e riconoscimenti, ha optato per la cucina itinerante, approdando nelle piazze e nei mercati torinesi. Il suo format consiste nel coinvolgere i passanti in conversazioni informali, chiedendo quale sia il loro piatto preferito e proponendo di cucinarlo all’istante. La chef ricorda un episodio emblematico in cui si è avvicinata a un architetto torinese, Paolo, chiedendogli delle orecchiette alle cime di rapa. In un progetto sociale che unisce cibo e storie umane, Dalia acquista gli ingredienti sul posto e prepara il piatto insieme a lui.
Questo approccio non solo rende la cucina più accessibile, ma crea un’atmosfera di intimità e connessione. La chef ha dichiarato di dover talvolta “censurare” i racconti di vita dei passanti, per proteggere le loro storie, evidenziando il delicato equilibrio tra condivisione e rispetto della privacy. La spontaneità dei suoi video e la presenza autentica della chef catturano l’attenzione del pubblico, rendendo la sua iniziativa un successo sui social media.
L’importanza della componente umana
Nel suo format, Dalia ha avuto anche esperienze toccanti, come l’incontro con Maria, una senzatetto che ha conosciuto alla vigilia di Natale. Questi episodi di solidarietà le hanno insegnato che “il cibo è un linguaggio universale”, capace di unire anche le persone più vulnerabili. Cresciuta in un ristorante di successo, Dalia ha scelto di orientarsi verso una cucina “del cuore”, abbandonando le ambizioni legate alle stelle Michelin. “Una pasta al pomodoro è più complessa di un piatto stellato perché viene valutata con aspettative diverse”, ha osservato, testimoniando come la quotidianità possa rivelarsi tanto stimolante quanto le esperienze gastronomiche d’élite.
La crisi di identità post-Masterchef
Riflessioni sull’esperienza televisiva
La partecipazione di Dalia a Masterchef è stata un trampolino di lancio, ma ha comportato anche sfide che la chef ha dovuto affrontare. “Masterchef non è una vera classifica degli chef, ma un gioco che coinvolge narrazione e personaggi”, ha spiegato, evidenziando come l’aspetto umano e le dinamiche di squadra influenzino il percorso dei concorrenti. L’esigenza di mettersi in mostra le ha creato non pochi disagi, specialmente per la sua indole riservata, che convive con le aspettative del pubblico.
Dalia ha sentito il peso della notorietà, affrontando non solo la fama ma anche le critiche. Dopo due anni dall’esperienza televisiva, ha trovato un equilibrio, dedita a progetti più in linea con i suoi valori, come la consulenza per ristoranti e corsi di cucina per donne migranti. “Ogni progetto sociale mi arricchisce, anche insegnare cose nuove come cucinare involtini con le foglie di vite”, ha affermato, sottolineando come questi scambi possano essere motivi di crescita reciproca.
Prospettive future
Dalia Rivolta è pronta a ripartire con i suoi video di cucina itinerante, già programmati per ottobre, e mostra un forte impegno a mantenere il contatto diretto con il suo pubblico. Sebbene le siano state proposte opportunità a Milano, ha rivelato il suo attaccamento a Torino, la città che ama e in cui desidera continuare a coltivare i suoi progetti. La chef ha anche espresso una certa apertura a tornare a Masterchef in una futura edizione “all stars”, dimostrando una voglia di confrontarsi nuovamente nella cucina della competizione, questa volta per affermare la sua crescita e puntare alla vittoria.