La sensazione di impotenza e dolore che accompagnano la perdita di un bambino sono inimmaginabili. La tragica storia di Elia Damonte, un bambino di quasi tre anni deceduto a Genova a causa di una sindrome emolitica uremica, riporta l’attenzione su un problema che sta suscitando preoccupazione: i rischi legati al consumo di prodotti caseari a latte crudo. I suoi genitori, Marco Damonte e Sonia Gerelli, si sono impegnati in una battaglia per la sicurezza alimentare, cercando di evitare che simili tragiche esperienze possano ripetersi.
Il caso di Elia: una gita che si trasforma in tragedia
Dalla gioia alla paura
La storia inizia con una gita in montagna il 23 marzo, durante la quale Marco e Sonia hanno acquistato una selezione di formaggi freschi e altri prodotti lattiero-caseari presso artigiani locali. Una settimana dopo, il piccolo Elia ha iniziato a mostrare i sintomi di una grave dissenteria. I genitori, sconvolti, non si erano resi conto che i prodotti a latte crudo potessero rappresentare un rischio per la salute di un bambino così piccolo.
I sintomi si aggravano
Il 8 aprile, giorno di Pasquetta, Elia ha mostrato disturbi neurologici preoccupanti che hanno spinto i genitori a ricorrere all’assistenza ospedaliera. La situazione si è rapidamente aggravata portandolo a diventare comatoso, mentre il suo organismo cedeva progressivamente. Dopo 51 giorni di terapie, la decisione più difficile è stata presa: i genitori hanno scelto di non continuare a prolungarne una vita già segnata dall’agonia. Gli esami hanno confermato che l’infezione era probabilmente causata dai formaggi a latte crudo consumati durante la gita.
Informazione e prevenzione: la battaglia dei genitori
La mancanza di consapevolezza
Marco e Sonia, dopo la tragica scomparsa del loro bambino, hanno dato vita a una campagna di sensibilizzazione per informare le famiglie sui pericoli dei prodotti a latte crudo, specialmente per i bambini. Hanno iniziato un percorso di educazione alimentare per stabilire un protocollo di sicurezza riguardo all’alimentazione pediatrica. Durante i colloqui in ospedale, hanno compreso l’importanza di un’informazione chiara e precisa, affinché incidenti simili non si ripetano.
Iniziative di sensibilizzazione
Per raggiungere questo obiettivo, hanno creato volantini e pieghevoli informativi da distribuire in negozi e manifestazioni locali. Si stanno anche rivolgendo a istituzioni regionali per ampliare la loro campagna e intendono propagandare la questione a livello nazionale. Hanno contattato le ASL liguri e stanno cercando di integrare temi di sicurezza alimentare nei corsi pubblici, come quelli della Croce Rossa Italiana.
La questione legislativa: chiedere cambiamenti
Promuovere un disegno di legge
Uno degli obiettivi principali dei genitori è quello di elaborare una proposta di legge che imponga una chiara etichettatura dei prodotti caseari, specificando la lavorazione e il grado di rischio per i bambini. Si prefiggono di inserire avvertenze come “non indicato per bambini sotto i 10 anni” sui prodotti a latte crudo, per aumentare la consapevolezza tra i consumatori.
Collaborazioni istituzionali
Hanno già ottenuto il sostegno del Sindaco e stanno lavorando per coinvolgere altri politici a livello regionale e nazionale, affinché il tema della sicurezza alimentare venga affrontato con la giusta serietà. Marco e Sonia sono convinti che un disegno di legge che tuteli i più piccoli debba essere sostenuto unanime da tutti gli schieramenti politici.
Il futuro della sicurezza alimentare
Riconoscimento del rischio
La sindrome emolitica uremica resta poco conosciuta, così come i pericoli legati al consumo di latte crudo. Durante la loro battaglia, Marco e Sonia hanno notato una consapevolezza crescente nella popolazione, ma riconoscono che c’è ancora molta strada da fare. La loro esperienza ha portato a una riflessione profonda sulla necessità di educare i consumatori a fare scelte più informate, per esempio, chiedendo sempre la provenienza del latte nei latticini.
Realizzazione del progetto “Il trenino di Elia“
Attraverso il progetto “Il trenino di Elia“, i genitori stanno raccogliendo fondi e risorse per diffondere informazioni sui rischi legati alla SEU. Inizialmente i materiali informativi si stanno diffondendo sul territorio locale, ma il loro obiettivo è espandere questa campagna a livello nazionale, affinché si possa garantire un futuro più sicuro per i bambini e per tutti i consumatori.
La complessità e la gravità di tali tematiche richiedono un impegno collettivo nella lotta contro la disinformazione e i rischi nutrizionali. La determinazione dei genitori di Elia rappresenta un potente monito per la società e le istituzioni, affinché la salute dei più vulnerabili venga sempre messa al primo posto.