Le recenti previsioni del mercato dell’olio extravergine di oliva indicano un abbassamento dei prezzi, con possibilità di umore positivo per il settore. Il ritorno ai consumi maggiori, soprattutto in nuove aree di mercato, offre spunti interessanti sulle future dinamiche di vendita. Questi commenti sono emersi durante la presentazione del terzo bilancio di sostenibilità dell’azienda Monini, giunto dal famoso gruppo umbro e curato da The European House – Ambrosetti.
Proiezioni di mercato: l’ottimismo di Monini
Un calo significativo nei prezzi
Secondo Zefferino Monini, amministratore delegato e presidente di Monini, le proiezioni indicano che il prezzo dell’olio extravergine di oliva potrebbe scendere a livelli “ben al di sotto” di 10 euro al litro entro la fine dell’anno. Le stime suggeriscono una riduzione dei prezzi compresa tra il 30% e il 40%. Questa diminuzione dei costi potrebbe incentivare una ripresa dei consumi, che nel 2022 hanno registrato un significativo calo, in particolare in mercati emergenti come la Cina, dove il consumo di olio extravergine è diminuito del 60%.
La previsione è che questi abbassamenti di prezzo possano aiutare a recuperare il terreno perduto. Monini ha chiarito che le sue stime per il 2025 prevedono un ritorno dei consumi a circa 3 milioni di tonnellate, recuperando così un significativo gap rispetto ai 2,7 milioni di tonnellate attesi nel 2024. Questo ottimismo si basa non solo sulle previsioni di calo dei prezzi, ma anche sulla capacità del prodotto di conquistare nuovi mercati, particolarmente quelli dove l’uso di olio extravergine non è ancora fortemente radicato.
Un’annata olearia favorevole
L’ottimismo di Monini si fonda anche su una previsione di buona annata per la produzione di olio d’oliva, con stime che parlano di un output compreso tra 3,3 e 3,5 milioni di tonnellate, rispetto ai 2,5 milioni della campagna precedente. Un significativo incremento che, secondo l’amministratore delegato, permetterebbe di ripristinare le scorte a livelli in linea con la media degli ultimi dieci anni. Le cattive annate precedenti, caratterizzate da condizioni climatiche sfavorevoli, avevano fatto registrare una produzione ridotta e, conseguentemente, una tensione sui prezzi.
Questa ripresa produttiva è cruciale per raggiungere un equilibrio nel mercato, mentre si fanno sentire ancora gli effetti delle eccezionali campagne di bassa produzione, in particolare quella spagnola. Il 2023 sembra promettere risultati migliori e un eventuale riallineamento delle scorte potrà inevitabilmente influenzare il mercato complessivo di questo importante prodotto culinario.
Sfide future: il panorama italiano
Le difficoltà climatiche e i loro effetti
Tuttavia, Monini ha sottolineato che l’Italia, pur beneficiando di una ripresa generale, dovrà affrontare delle sfide legate alle attuali condizioni climatiche avverse. La produzione italiana di olio extravergine di oliva potrebbe essere più contenuta rispetto a quella dello scorso anno a causa di un clima particolarmente caldo e secco. Questo fattore potrebbe tuttavia non incidere negativamente sui prezzi dell’olio d’oliva Made in Italy, dato che è fondamentale mantenere la competitività rispetto ai produttori stranieri, specialmente in un mercato globale in continua espansione.
La necessità di allinearsi ai prezzi competitivi è quindi cruciale per salvaguardare il valore del prodotto italiano da un lato e stimolare i consumi dall’altro. Con un panorama politico e commerciale in rapida evoluzione, le aziende italiane dovranno essere pronte a rispondere alle sfide del mercato e adattarsi rapidamente alle mutevoli richieste del consumatore. La sfida si traduce non solo nell’offrire un prodotto di alta qualità, ma anche nel mantenerne un prezzo accessibile e competitivo a livello internazionale.
Prospettive di crescita nel mercato globale
Opportunità nei mercati emergenti
La discesa dei prezzi avrà un impatto significativo sul mercato globale dell’olio extravergine di oliva. Il calo dei prezzi, unito all’aumento della produzione, potrà stimolare la domanda in settori meno tradizionali. Paesi come la Cina, che hanno visto un crollo nel consumo di olio extravergine, rappresentano un mercato con potenzialità di crescita ancora inespresse. Le azioni commerciali intraprese per aumentare la consapevolezza e l’abitudine all’uso dell’olio d’oliva possono, quindi, contribuire a recuperare il mercato perduto.
In sintesi, il futuro del settore dell’olio extravergine di oliva si presenta ricco di opportunità, sebbene le aziende debbano continuare a monitorare attentamente le condizioni climatiche e le dinamiche economiche globali. Con l’auspicio di stabilità dei prezzi e di una maggiore produzione, il panorama dell’olio d’oliva potrebbe evolversi favorevolmente, rendendo il prodotto più accessibile a un pubblico globale crescente.