Nell’era del turismo di massa, l’Italia si trova ad affrontare il crescente fenomeno dell’overtourism che colpisce località iconiche e bellezze naturali. Dalle spiagge della Puglia ai sentieri delle Dolomiti, le amministrazioni locali adottano misure innovative per garantire la sostenibilità e la protezione degli ecosistemi e delle infrastrutture. Con un approccio mirato, il Paese cerca di mantenere l’equilibrio tra l’accoglienza dei turisti e la salvaguardia delle risorse.
Strategie per la gestione del turismo nelle Dolomiti
Sensori e contingentamento sul territorio
Il Trentino, e in particolare la valle di Fassa, ha avviato un programma di monitoraggio attivo che include l’installazione di sensori per registrare il passaggio degli escursionisti. Questa tecnologia permette di avere dati in tempo reale sul flusso turistico, facilitando una gestione più efficiente delle aree naturali. Le misure intraprese non si limitano ai sensori, ma includono anche la regolamentazione del traffico e la digitalizzazione dei parcheggi.
Un esempio emblematico è rappresentato dall’alta via del Sale, dove si è introdotto un sistema di senso unico alternato per migliorare la sicurezza e fluidità del traffico, riducendo i rischi di ingorgo creato dai visitatori intenti a scattare selfie lungo i sentieri panoramici. Queste strategie si pongono l’obiettivo di migliorare l’esperienza turistica, evitando il sovraffollamento e garantendo al contempo la conservazione del paesaggio montano.
Impatti sulle località d’arte e sugli affitti brevi
Le città d’arte, come Roma e Firenze, stanno cercando di mitigare gli effetti dell’overtourism attraverso il contingentamento degli affitti brevi. Questo approccio non solo tutela i residenti da disturbi dovuti a flussi incessanti di turisti, ma mira anche a preservare l’integrità dei centri storici. Misure come quelle adottate in Trentino sono un modello replicabile che potrebbe essere applicato anche in contesti urbani ad alta densità turistica.
Iniziative balneari in Puglia e Sardegna
Contingentamenti e prenotazioni per le spiagge
In Puglia, la gestione delle spiagge avviene tramite un sistema di contingentamento degli accessi. Le spiagge a numero chiuso e la richiesta di prenotazione anticipata sono politiche adottate per ridurre la pressione turistica e tutelare l’ambiente marino. Le amministrazioni locali collaborano con app innovative che facilitano il processo di prenotazione per evitare la saturazione delle spiagge.
Parallelamente, in Sardegna, si sono implementate misure simili, con ticket d’ingresso richiesti per le spiagge più celebri, al fine di proteggere gli ecosistemi fragili e mantenere la qualità della fruizione turistica. Queste iniziative hanno rivelato la necessità di un approccio collettivo per la salvaguardia delle risorse naturali in un contesto di crescita esponenziale del turismo.
La riapertura della via dell’Amore
Un’eccellenza nel panorama turistico italiano è certamente la riapertura della via dell’Amore, il famoso sentiero tra Riomaggiore e Manarola. Questo percorso, ora accessibile solo tramite prenotazione, rappresenta un modello di fruizione turistica sostenibile. L’implementazione di ingressi contingentati permette di godere delle bellezze del luogo senza il rischio di sovraffollamento, preservando così il patrimonio naturale e culturale della zona.
Misure di accesso controllato in Campania e Marche
Tassa di sbarco e circolazione regolamentata
In Campania, in particolare sull’isola di Capri e lungo la Costiera Amalfitana, sono state adottate importanti misure per fronteggiare l’afflusso turistico. La tassa di sbarco è stata raddoppiata per limitare le visite giornaliere e garantire una qualità superiore nel servizio offerto ai turisti. Ulteriori restrizioni, come la circolazione a targhe alterne, aiutano a gestire il traffico, riducendo l’inquinamento e migliorando l’esperienza di visita.
Accesso controllato nelle Marche
Le Marche non sono da meno e, per il periodo estivo, hanno sperimentato l’implementazione di un’area di accesso controllato verso la Baia di Portonovo, ad Ancona. Queste misure temporanee, valide per 52 giorni, mirano a testare l’efficacia della gestione del flusso turistico in un’area particolarmente delicata dal punto di vista ambientale. L’approccio sperimentale potrebbe portare a politiche più permanenti, se si dimostrerà fattibile e vantaggioso per la comunità locale.
Il panorama del turismo in Italia sta cambiando e le contromisure intraprese dalle varie regioni possono servire come esempio per altri Paesi, con l’obiettivo di rendere la fruizione turistica più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e delle comunità locali.